Troppo Genitori

lunedì, 17 Dicembre 2018

Essere genitori oggi è una delle sfide più grandi a cui una persona può essere sottoposta.

Superati i primi momenti di gioia per l’arrivo del nostro piccolo, iniziano subito i problemi: non vuole dormire nella culla, vuole sempre stare in braccio, piange ma non prende il ciuccio sembra che non mangi abbastanza.

Arrivano poi gli anni dei capricci, come gestirli? “Se non li correggi subito vedrai come diventerà da grande” per non parlare poi di quando diventano adolescenti deliranti e con manie di onnipotenza.

I libri sull’educazione proliferano, ognuno propone una linea di pensiero diversa: qualcuno vede il bambino come “un piccolo adulto” che va trattato come un nostro pari, altri lo vedono come un piccolo tiranno che va corretto al più presto.

I clienti di Tata Lucia aumentano ogni giorno di più: genitori che hanno perso il controllo della situazione e non riesco più ad avere una quotidianità per lo meno accettabile se serena è pretendere troppo.

Cosa fare quindi?

Dal momento che non esiste il testo unico del perfetto genitore, a chi ispirarsi?

Il metodo dei nostri genitori ha ricevuto così tante critiche (forse proprio da noi per primi) che non è più praticabile: la nuova generazione sembra andare alla deriva.

Tutt’al più naviga a vista…

I bambini per loro natura mettono in discussione i nostri valori e punti di riferimento: “perché devo fare questo o quello”.

Ci richiedono di essere coerenti con le cose che chiediamo loro di fare.

Sono uno specchio limpido che riflette un’immagine di noi stessi senza orpelli o schermi.

Davanti ai nostri bambini siamo nudi.

In una tempesta come quella che ogni giorno ci si trova a vivere, un genitore ha bisogno di avere qualcuno con cui guardare questa “nudità” senza paura, poter esprimere le frustrazioni a cui si è sottoposti senza il timore di venire giudicati, poter dire apertamente: “mio figlio proprio non lo sopporto”.

Trovare uno spazio per se stessi è uno dei regali più importanti che si possa fare ai propri figli. Può sembrare una contraddizione ma quando i problemi personali e le ansie offuscano la vista, non si può avere una relazione positiva e costruttiva.

I figli fanno spesso affiorare aspetti della nostra vita, del nostro passato che è prioritario risolvere se si vuole evitare di proiettare su di loro le nostre frustrazioni o insoddisfazioni.

Per crescere un bambino ci vuole un villaggio, recita saggiamente il detto africano, quanta forza, coerenza e chiarezza di pensiero devono avere i genitori dal momento che il “villaggio” sono loro e soltanto loro.

A questo “villaggio” di amore, desideri, successi, sconfitte, scoramenti e speranza io tendo una mano, il counseling può aiutare a guardare se stessi ed i propri figli sotto una luce nuova, offrire spunti di miglioramento e alleggerire il peso delle ansie e responsabilità.

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